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Trattamenti complementari o add-on in caso di bassa riserva ovarica

Trattamenti complementari o add-on in caso di bassa riserva ovarica

La scarsa risposta alla stimolazione ovarica rappresenta una sfida medica, poiché il numero di ovociti recuperati è un fattore chiave per il successo della fecondazione in vitro.

Si considera che vi sia una scarsa risposta ovarica quando si ottengono meno di 4 ovociti. In questa situazione la prognosi riproduttiva può essere limitata, ma sappiamo che ogni ovocita conta. Anche piccoli miglioramenti nel numero di ovuli recuperati possono fare la differenza nella probabilità di gravidanza in determinate pazienti.

Negli ultimi anni sono emersi i cosiddetti trattamenti complementari o “add-on”, il cui obiettivo è ottimizzare i risultati nelle donne con bassa risposta ovarica.

COSA SONO GLI ADD-ON?

Gli add-on sono trattamenti complementari che si aggiungono al protocollo abituale di stimolazione ovarica. Possono essere applicati prima o durante il processo al fine di cercare di aumentare il numero di ovociti recuperati in questo gruppo di pazienti.

Tra i più studiati vi sono:

  • Farmaci destinati ad aumentare la concentrazione di androgeni nell’ovaio: DHEA, testosterone, letrozolo.
  • Protocolli per migliorare la sincronizzazione dei follicoli: estrogeni, contraccettivi combinati o antagonisti del Gn-RH.
  • Ormone della crescita (GH o somatotropina).
  • Antiossidanti come il coenzima Q10.
  • Medicina rigenerativa, come il plasma ricco di piastrine (PRP) intraovarico.

COSA DICONO LE PROVE SCIENTIFICHE?

Molti di questi trattamenti sembrano promettenti, ma le prove scientifiche non sono ancora sufficientemente solide per confermarne l’effettiva utilità.

Gli androgeni sono quelli più studiati. Alcuni autori hanno pubblicato un miglioramento nella risposta ovarica e nel tasso di gravidanza. Tuttavia, i risultati sono contraddittori a causa della variabilità delle dosi, del tipo di androgeno utilizzato e della durata del trattamento.

Per alcuni adiuvanti, gli studi disponibili sono molto limitati e con un numero molto ridotto di pazienti, il che rende le conclusioni poco coerenti. È il caso dell’uso di antiossidanti o dell’ormone della crescita. Nel caso di quest’ultimo, inoltre, si raccomanda particolare cautela, poiché non è esente da possibili rischi o effetti collaterali.

Le ricerche più recenti si concentrano sulla medicina rigenerativa, in particolare sull’uso del plasma ricco di piastrine (PRP intraovarico). Alcuni studi suggeriscono che potrebbe aumentare il numero di ovociti nelle donne giovani con bassa risposta, anche se sono necessari studi clinici ben progettati per confermare questi risultati.

Quello che sappiamo è che finora nessun trattamento è in grado di invertire gli effetti dell’età sulla qualità degli ovociti, un fattore che sconsiglia la raccomandazione indiscriminata di questi add-on.

All’Instituto Bernabeu stiamo studiando come alcuni di questi adiuvanti possano essere personalizzati per determinati gruppi di pazienti, tenendo conto delle loro caratteristiche individuali o anche di determinate varianti genetiche.

CONCLUSIONE

Mentre le prove scientifiche si consolidano, la nostra raccomandazione è quella di offrire quei trattamenti che possono apportare un beneficio, dando sempre la priorità alla sicurezza del paziente. Per questo motivo, ogni caso viene valutato attentamente dal nostro team medico prima di raccomandare qualsiasi intervento.

Dott.ssa Ana Fuentes, Direttrice dell’Unità di Riserva Bassa dell’Instituto Bernabeu.

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