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Attualità

Più di 60.000 embrioni congelati abbandonati in Spagna

23-11-2023

Più di 60.000 embrioni congelati abbandonati in Spagna
  • In Spagna ci sono 668.082 embrioni nelle banche di conservazione, poco più del 10% dei quali hanno un futuro incerto e rischio di rimanere abbandonati.
  • Il numero è in aumento a causa della crescente necessità di trattamenti di fertilità.

Il ritardo della maternità in Spagna, causato, tra gli altri fattori, dall’attuale contesto socioeconomico, ha portato a un numero crescente di persone che richiedono trattamenti di fertilità per raggiungere il loro obiettivo di diventare genitori. Come conseguenza di questa domanda, il numero di embrioni crioconservati nelle banche è in costante aumento, raggiungendo 668.082 embrioni solo in Spagna, secondo gli ultimi dati forniti dalla Società Spagnola di Fertilità (SEF). Attualmente, ciò provoca un accumulo di embrioni, con l’ulteriore problema che molti di essi non hanno una destinazione chiara.

Questa situazione genera una serie di problemi logistici per le cliniche di medicina riproduttiva. La conservazione di questi embrioni ha un costo significativo, in quanto la manutenzione delle strutture è costosa, il consumo di azoto è elevato e le vasche di azoto liquido in cui vengono conservati richiedono sempre più spazio.

In Spagna ci sono 668.082 embrioni nelle banche, di cui si stima che 60.005 siano in una situazione di abbandono, secondo la Società Spagnola di Fertilità (SEF). Questo rappresenta circa il 10% degli embrioni crioconservati e porta gli specialisti di medicina riproduttiva a un dilemma etico e legale, derivato dall’impossibilità di dare loro una destinazione definita.

In Spagna, nell’ambito delle opzioni consentite dalla legge, circa il 45% degli embrioni congelati è destinato all’uso da parte dei pazienti stessi, mentre il 5% viene donato ad altre coppie a scopo riproduttivo, il 18% è destinato a scopi di ricerca e il restante 18% è destinato alla distruzione. Tuttavia, poco più del 10% non ha una destinazione definita.

La Legge sulle Tecniche di Riproduzione Umana Assistita indica che le cliniche sono obbligate a chiedere periodicamente alla donna o alla coppia di rinnovare o modificare il modulo di consenso indicando la destinazione scelta per i loro embrioni. Se dopo due tentativi le pazienti non rispettano questo requisito, gli embrioni rimarrebbero a disposizione del centro e potrebbero essere utilizzati secondo i propri criteri per uno qualsiasi degli scopi citati.

“Dobbiamo distinguere tra quelli che chiamiamo ‘embrioni abbandonati’ e quelli che noi specialisti classifichiamo come embrioni a cui non possiamo assegnare la destinazione scelta dai genitori. Le ragioni per cui un embrione può finire abbandonato sono diverse. Il più comune è l’abbandono da parte dei proprietari o l’impossibilità di rintracciare la coppia”, spiega Jaime Guerrero, direttore del Programma di donazione di ovociti e criobiologia dell’Istituto Bernabeu.

Tuttavia, sebbene la legge preveda che il futuro degli embrioni abbandonati diventi responsabilità delle cliniche, la verità è che questo ha i suoi limiti. Molti di questi embrioni non soddisfano i requisiti minimi per essere donati ad altre coppie, né possono essere utilizzati in progetti di ricerca perché non disponibili, né si decide di distruggerli nel caso in cui vengano reclamati dai genitori in futuro. Paradossalmente, nonostante siano i progenitori a decidere il futuro di questi embrioni, questa situazione può verificarsi anche quando non sono in grado di portare avanti la loro volontà, in quanto potrebbero non soddisfare i requisiti previsti dalle norme giuridiche.

“Inoltre, la legislazione non è chiara e non chiarisce cosa succederebbe se i genitori si presentassero dopo anni di disimpegno e reclamassero gli embrioni. Questa incertezza fa sì che la maggior parte dei centri scelga di conservarli a tempo indeterminato fino a quando la legge non chiarirà la situazione. In altre parole, questi embrioni rimangono nel limbo e in molti casi non possono essere utilizzati per altre coppie o per la ricerca scientifica”, spiega Guerrero.

Nonostante siano necessari alcuni adattamenti secondo l’équipe medica dell’Instituto Bernabeu, la Legge sulla Riproduzione Assistita del nostro Paese è una delle più avanzate al mondo ed è un riferimento sia per le tecniche che regolamenta sia per le persone a cui è destinata. Infatti, pazienti da tutto il mondo si recano in Spagna per sottoporsi a trattamenti di fertilità. In IB, in particolare, assistiamo ogni anno pazienti provenienti da 137 Paesi diversi.

Ulteriori trattamenti di fertilitá

L’aumento dei trattamenti per la fertilità va di pari passo con il crollo del tasso di natalità in Spagna. Secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (INE), il numero di bambini nati in Spagna è in costante diminuzione, con un calo del numero di figli per donna da 1,37 a 1,19 tra il 2010 e il 2021. Al contrario, l’età media in cui le donne spagnole hanno il primo figlio continua ad aumentare, superando attualmente i 32,6 anni (nel 2010 l’età era di 29,8 anni), con le difficoltà che ciò può generare per la fertilità femminile.

Per questo motivo, sempre più coppie si rivolgono a specialisti per concepire e, solo in Spagna, nel 2021, un totale di 40.638 bambini sono nati attraverso tecniche di riproduzione assistita, pari all’11,8% delle nascite (secondo la SEF).

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