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Attualità

Ricerca IB: Analisi di citochine per la diagnosi precoce dell’endometriosi

14-01-2016

L’endometriosi è una malattia infiammatoria di carattere cronico che causa dismenorrea o dolore mestruale e, in base alla posizione dell’infiammazione può causare anche stitichezza o ematuria (sangue nelle orine), dolore durante i rapporti sessuali e persino sterilità. Il periodo medio per diagnosticarla è di 8 anni, uno spazio di tempo durante il quale la paziente ha avuto dolori e probabilmente sterilità. L’origine è ancora sconosciuta e l’influenza sulla fertilità è variabile, ma si sa che ne è vittima il 50% delle donne con problemi di riproduzione.

Per poter ridurre il periodo di diagnosi e anticiparne l’apparizione, si sta sviluppando una ricerca diretta congiuntamente dall’Unità di Endometriosi dell’Instituto Bernabeu e il team del laboratorio del IB Biotech. Questo studio pretende approfondire le conoscenze su un gruppo determinato di citochine, le proteine responsabili della comunicazione intercellulare e che regolano il meccanismo dell’infiammazione denominate interleuchine.

Il lavoro effettuato dalla Dott.ssa Ana Fabregat e il suo team consiste nel determinare all’interno di un pannello di interleuchine quelle con maggior influenza a livello endometriale. “L’analisi di questi marcatori biochimici presenti nel sangue della paziente ci permetterà di conoscere se la causa dell’endometriosi è autoimmune, e quindi se esiste un componente a livello locale che possa giustificare gli errori di annidamento”, afferma la Dottoressa Fabregat.

Per la Dott.ssa Belén Moliner, Direttrice dell’Unità di Endometriosi del IB, queste informazioni, assieme alle analisi di un emogramma della paziente, permetterà di identificare la malattia in un tempo  minore, senza dover effettuare nessuna ecografia. Secondo la Dott.ssa Moliner, “la diagnosi precoce dell’endometriosi migliorerebbe la qualità della vita delle pazienti perché permette di controllare una malattia prima della sua apparizione e di fornire un consiglio riproduttivo personalizzato. In questo modo, sarà possibile proporre ad ogni paziente diverse possibilità riproduttive e stabilire soluzioni per una fertilità proficua, ad esempio anticipando la gravidanza all’apparizione della malattia o attraverso il congelamento di ovociti”.

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