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Il passo verso l’ovodonazione

Il passo verso l’ovodonazione

L’infertilità è una condizione fisica che si definisce come l’incapacità di ottenere una gravidanza dopo dodici mesi di rapporti sessuali senza protezioni di nessun tipo. L’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) afferma che dall’8% al 12% delle donne in età riproduttiva in tutto il mondo sono sterili. Inoltre, circa nel 20% dei casi di infertilità, indipendentemente dal sesso, non è possibile stabile una causa precisa.
È possibile distinguere tra una forma primaria, quando il concepimento non avviene, e una secondaria se si produce dopo una o più gravidanze.
Le cause sono spesso legate a fattori ambientali e sociali, ma anche psicologici e genetici. Vi sono inoltre altri fattori che influiscono, tra cui l’età, le malattia a trasmissione sessuale, le conseguenze della chemioterapia sulle ovaia, le carenze alimentari e le infezioni causate da un aborto. Nel caso dell’uomo, l’origine può essere la azoospermia (assenza di sperma nell’apparato genitale maschile che non può essere recuperato nemmeno mediante intervento chirurgico).

Cosa posso fare?

Quando uno o entrambi i membri della coppia che desidera avere un figlio sono sterili, la soluzione è ricorrere all’aiuto di donatori esterni o alla fecondazione eterologa.
La donazione di ovociti è una prassi abituale già da molti anni all’estero e la Spagna è pioniere nel trattamento della fertilità e nella donazione.

In cosa consiste la donazione di ovuli?

Gli ovociti vengono donati da una donna giovane, dai 20 ai 30 anni. Si fecondano in vitro con gli spermatozoi del marito da cui eredita il 50% del patrimonio genetico. Il 50% restante proviene dalla donna donatrice. Gli embrioni vengono poi trasferiti nell’utero della donna ricevente. Qui sorge un aspetto molto interessante: la donna ricevente non è semplicemente un’incubatrice “passiva”. Oggigiorno sappiamo che la madre influisce sull’espressione dei geni del bambino attraverso l’ambiente biochimico ed emotivo, caratterizzando questo tipo di gravidanze. Difatti, non è importante solo il tipo di geni che ereditiamo (la maggior parte permangono in silenzio tutta la vita), ma quanto e quando si esprimono. Si parla di “penetrazione” ed “espressione” dei geni solo per dire che esiste una gran varietà nella forma in cui il codice genetico può esprimersi, nel senso di dare origine a tutte le azioni e modifiche di propria competenza. Potremmo dire che lo stesso ovocito, fertilizzato in vitro con lo stesso spermatozoo può dare origine a due bambini parzialmente diversi a seconda della madre che riceve l’embrione. Basta pensare al tipo di alimentazione, alle bevande consumate, al peso, allo stato d’animo (depressione, stress, serenità), al fatto che sia diabetica o soffra di ipertensione. La procedura del trattamento per una paziente che si sottopone ad una ricezione di ovociti è semplice perché non richiede stimolazione ovarica e quindi si evita l’assunzione di ormoni per la crescita dei follicoli.

La ricezione di ovuli è consigliata alle donne con una bassa riserva ovarica, a donne con ovociti di scarsa qualità a causa dell’età o in stato di menopausa precoce. Quando ci si dirige ad una clinica straniera per sottoporsi ad un trattamento di donazione di ovuli, è necessario innanzitutto richiedere una visita personalizzata per presentare il caso e ottenere una diagnosi iniziale.

Affidarsi alla donazione di ovuli non è una scelta semplice, ma può essere più facile assumere questa decisione se si crede che la donazione di ovuli sia la strada giusta per aumentare le possibilità di successo. Non tutte le coppie sono pronte ad affrontare questo passo da un punto di vista culturale: a questi eventuali genitori piacerebbe trasmettere il proprio DNA alla generazione futura e non sempre comprendono che un bambino può essere il proprio figlio anche se non lo è geneticamente.

È fondamentale intendere fino a che punto sia importante che madre e figlio abbiamo gli stessi geni e capire quanto sia importante “come cresce un bambino”.

In poche parole, far sentire alla madre che esiste un “vincolo”.

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